La pesca a fondo è una disciplina generalista molto praticata in Italia, sia in mare Adriatico, Tirreno, Ionio. È la sorella gemella della sua variante nelle acque dolci, che punta alla cattura di pesci grufulatori, ovvero che si muovono sul fondo, come spigole, orate, saraghi, ecc. anziché carpe, tinche, carassi, cosa che avviene nelle acque dolci. Va effettuata da riva, quindi dalla spiaggia, dalle scogliere, dai moli. Ha come obiettivo primario il presentare l’esca sul fondo, ed approfittare della mangianza per tentare la cattura della preda. Oggi presenteremo le basi della pesca a fondo con una guida semplice ed efficace, che vi introdurrà in questo magico mondo e vi fornirà un vademecum utilissimo per la prossima estate.

Le discipline della pesca a fondo  

Per pesca a fondo si intendono tutte le varianti che presentano l’esca sul fondo. Questo è sicuro quanto logico. Pertanto rientrano generalmente nella PAF (acronimo di pesca a fondo) specialità come il surf casting, il beach ledgering, il rock fishing, il ledgering. Il surf casting si pratica dalla spiaggia con condizioni di mare mosso, e l’obiettivo è lanciare oltre la rottura delle onde, dove avviene il pascolo dei predatori, utilizzando attrezzature potenti. Il beach ledgering avviene in condizioni di mare calmo, con attrezzature che non superano i 90 grammi di potenza di lancio, e si concentra su pesci di media pezzatura come la mormora. Il rock fishing si effettua dalla scogliera rocciosa, indirizzato a prede eterogenee. Il ledgering è una pesca con piombo pasturatore colmo di bigattini e pastura. Tuttavia, quando si parla di pesca a fondo, si può intendere anche una pesca generalista che è un mix delle prime tre discipline, che non punta alla cattura di una preda specifica o ad una condizione meteo in particolare. Bensì una semplice pesca con piombo scorrevole o a perdere, da praticare dall’esterno dei moli, o in spiaggia o dalla scogliera bassa, che tenta di ingannare pesci che si muovono sul fondo, sia vicino che lontano da riva. Qualcosa di così generico da non rientrare in nessuna di quelle categorie specialistiche, ma da avere comunque una sua collocazione e definizione come PAF o pesca a fondo.

Attrezzatura per la PAF

Per praticare genericamente la pesca a fondo occorre dotarsi di due canne da pesca e due mulinelli di tipologia identica o differente. La motivazione sta nel fatto che la PAF è una pesca di attesa, quindi per avere più probabilità di catturare pesci, occorre raddoppiare l’attrezzatura. Con una sola canna, avremmo sicuramente meno chance. Detto questo passiamo agli aspetti tecnici: una canna da pesca a fondo che vada bene più o meno in tutte le condizioni, quindi senza essere specifica per una tecnica o l’altra, potrebbe far ricadere la scelta su una telescopica di 4 metri circa, con azione massima da 120/180 grammi. I mulinelli da abbinare dovrebbero avere una grandezza pari alla taglia 8.000, imbobinati con dell’ottimo 0,20/0,22 rinforzato con shock leader dello 0,50 (o shock leader conici specifici). Oltre alle canne e mulinelli, si fa necessario l’impiego di un appoggiacanne a due posti, dove alloggiare l’attrezzatura nelle fasi di attesa. Ed ancora, sono necessari piombi di varia grandezza, tra i 70 e i 150 grammi, con forma differente, sia a perdere che scorrevoli. Non mancheranno anche terminali vari, di diametro tra lo 0,18 e 0,25 ed ami di dimensioni tra il 2 e l’8. Con un'attrezzatura di questo calibro, potremo sicuramente avviarci verso la pesca a fondo più generale che ci sia, senza addentrarci in pesche specifiche con il surf-casting, il ledgering, il rock fishing, che richiedono attrezzi specialistici ed un approccio più metodico.

Montature per la PAF

Le montature più comuni per la pesca a fondo sono due. La prima prevede un piombo scorrevole di 90/150 grammi a forma di aquilone, una perlina para-strappi, una girella ed un terminale dai 70 ai 150 centimetri dello 0,25, armato con un amo del 4/8 a gambo lungo. La seconda montatura, invece, è un classico: piombo a perdere da 70/150 grammi a oliva, goccia, piramide, girella con moschettone, trave su cui, a distanza di 100/120 centimetri, andrà posizionato un bracciolo fermato da due stopper, collegato con ulteriore girella. Il bracciolo, inoltre, fungerà da terminale, quindi avrà una lunghezza tra 1 e due metri, sarà costituito da uno spezzone dello 0,20/0,25 e presenterà un amo del n°4/8 sempre a gambo lungo. La prima variante è perfetta su fondali sabbiosi, dove il pesce cerca cibo a contatto col fondo o tende quasi a scavare per trovare nutrimento. La seconda, invece, consente all’esca di restare distaccata dal fondo, quindi è perfetta su fondali pieni di alghe o fangosi.

Esche per la PAF

Le esche da pesca a fondo sono tante, ma poche hanno un rendimento sempre costante. Tra queste possiamo annoverare il verme coreano, il bibi, il verme americano, il verme di Rimini (chiamato vermara), il muriddu, le sarde o le alici, i gamberi, le cozze, i granchi, pezzi di polpo o pesci vivi/morti. Per pescare a fondo le prime volte, consigliamo di non adentrarci in esche molto complesse. Può essere il caso di acquistare una scatola di vermi coreani, di vermi americani o muriddu. Oppure di comprare solo un cestello di vermara, quindi un singolo verme di Rimini. Tutti i vermi andrebbero innescati attraverso un amo, evitando che si spezzino durante la delicata fase di inserimento nell’ardiglione. Il vantaggio dei vermi, rispetto ad altre esche, è sia nella reperibilità, nell’affidabilità, nella facile conservazione e nell’essere catturanti in molte occasioni, sia con mare calmo, sia con mare agitato.

Buon divertimento con la PAF

Ricordiamo ai lettori che questa è una semplice guida introduttiva al mondo della pesca a fondo. Lungi da noi avere la pretesa di descriverla nel dettaglio, con una minuziosa spiegazione, punto per punto, affrontandone anche punti come maree, strategie di lancio, catture. Con questo vademecum, anzi con la nostra breve guida, di semplice e immediata lettura, avrete tutti gli elementi a disposizione per approcciarvi alla pesca a fondo durante la prossima stagione estiva e… perché no, catturare una bella preda, da incorniciare tra i più bei ricordi della vostra carriera da pescatore!