Siamo nel pieno dell'estate, del gran caldo, delle lunghe giornate di sole. L'acqua del mare presenta una temperatura più tiepida e le prede tipiche della scogliera hanno ripreso la loro attività. I pesci tendono a cibarsi, quindi l'appetito e l'istinto predatorio non mancano. Tuttavia, le condizioni di caldo abnorme, l'assenza di venti e mareggiate e l'alta pressione tendono a rendere complessa, talvolta quasi impossibile, l'attività di pesca nei confronti di esemplari superiori al chilo di peso. Ed è proprio in questo contesto che il pescatore dovrà mettere in campo tutta la sua astuzia, lavorando d'intelligenza, sfruttando lenze capillari e attrezzature ultraleggere.

Pesca in mare con la bolognese

La canna bolognese è l'attrezzo più idoneo per la pesca “di fino”. Anche la canna fissa lo è, non lo neghiamo. Essa però non dispone di una riserva di filo, come invece avviene per la bolognese che può sicuramente contare sul mulinello. Questo dettaglio, assente nella canna fissa, consente di gestire al meglio la preda in condizioni difficili, come alte profondità, scogliere o moli con frangiflutti. Le ultime tecnologie costruttive, inoltre, permettono di realizzare canne di 6,7 e 8 metri veramente sottili, performanti, con azioni morbide o semi-rigide, che non temono condizioni difficili come quelle dettate dalla pesca ultraleggera.

Cosa vuol dire pescare in caduta libera?

L'obiettivo della pesca con la bolognese in caduta è quello di rendere l'esca più autentica, più naturale possibile agli occhi delle prede, sfruttando i principi della fisica e l'impiego di galleggianti leggeri, fili sottili, lenze lunghe e terminali morbidi. Tale impostazione diviene necessaria in giornate di bel tempo, con scogliere ed esterni dei moli che presentano acque cristalline. Il pesce è piuttosto sospettoso e la limpidezza delle acque di agosto e settembre non aiuta di certo. Pertanto, utilizzando galleggianti poco pesanti, piombature limitate all'osso e lenze in fluorocarbonio, sarà possibile mettere in tavola tutte le armi di “seduzione” nei confronti di spigole, orate, cefali, saraghi e qualsivoglia preda da stuzzicare con la bolognese. Per pescare in caduta, bisognerà necessariamente individuare il pascolo delle prede: in superficie, mezz'acqua oppure sul fondo. Effettuata questa azione preliminare, individuate quindi le specie da insidiare, struttureremo la lenza secondo i parametri che spiegheremo nelle prossime righe.

Le attrezzature

Una bolognese leggera e performante, come la Kolpo Futura (Scoprila su Pescaloccasione - https://www.pescaloccasione.it/canne-da-pesca/kolpo-futura-canna-pesca-bolognese?search=bolognese%20kolpo&sort=p.date_added&order=DESC ) può fare al caso nostro. Le misure più indicate per la pesca in caduta sono le 7 e le 8 metri, perché vantano più metri a disposizione per costruire una lenza che vada a lavorare su alti fondali. Una 6 metri può lavorare in caduta a patto, invece, che i fondali siano più limitati oppure si peschi a mezz'acqua o in superficie. Oltre a questo dettaglio squisitamente tecnico, la canna lunga offre tre ulteriori vantaggi:

 

  • una valida trattenuta del galleggiante in presenza di corrente che monta lateralmente. Ciò fa veramente la differenza quando c'è da “muovere” l'esca per ingolosire le prede più astute.
  • maggiore spazio a disposizione sulla lenza per costruire una lunga spallinata (ovvero coroncina di pallini)
  • più leva a favore del pescatore per contrastare le fughe improvvise in ambienti complessi come scogliere ed esterni dei moli

 

Passiamo adesso al mulinello. Solitamente consigliamo modelli di taglia 2000/4000, proprio come il Kolpo Boss ( Acquistalo ora - https://www.pescaloccasione.it/mulinelli-da-pesca/kolpo-boss-mulinello-spinning-bolognese?search=bolognese%20kolpo&sort=p.date_added&order=DESC ). Il corpo leggero, la bobina larga, una frizione anteriore precisa e millimetrica sono elementi imprescindibili per una pesca di fino come la bolognese in trattenuta.

Montatura per la pesca in caduta

Monteremo in bobina un buon 0,14 specifico per il mulinello. Il galleggiante sarà necessariamente a forma di goccia, perché solitamente la pesca in caduta si svolge in condizioni di mare calmo e alta pressione. Qualora il mare fosse mosso e il cielo grigio plumbeo, occorrerà montare un galleggiante a carota, perché gestisce al meglio le correnti e dona più stabilità alla lenza. Per quanto riguarda la portata, diciamo che la pesca ultraleggera in caduta può richiedere pesi da 0,50 grammi (da veri puristi ma difficile da gestire) a 1,5 grammi. Solitamente si pesca, infatti, con galleggianti da 1 e 1,5 grammi, con antenne da 4,5mm che possono essere sostituite con gli starlight in caso di pesca nelle ore notturne. Le spallinate da adoperare sono due:

 

  • pallini equidistanti e tutti della stessa dimensione (per esempio 10 pallini da 0,9 grammi a distanza di 15 centimetri l'uno)
  • pallini più piccoli e poi più grandi, con distanza tra essi dapprima ridotta e poi crescenti (per esempio iniziando con pallini del 3 fino a pallini del 12, con distanza tra 5 centimetri fino a 20/25 centimetri)

 

I terminali per la pesca in caduta potranno avere lunghezze variabili tra il metro e i due metri. Un segreto per evitare rovinose parrucche è quello di non superare mai la lunghezza della montatura! Il collegamento, infine, tra terminale e lenza madre potrà avvenire o attraverso una micro-girella oppure con un semplice nodo di sangue, che dovrebbe evitare rotture in fase di trazione, insomma quando il pesce combatte e fa di tutto per liberarsi.