L’autunno, i primi freddi, le trote in laghetto. Sembrerebbe una frase fatta o magari tratta da un libro di pesca. In realtà è una semplice conseguenza del cambiamento meteorologico in atto ad ottobre, mese in cui si entra nel cuore dell’autunno. Con la chiusura dei torrenti, la diminuzione delle ore di luce e l’arrivo delle prime perturbazioni da nord, che portano freddo e pioggia, non resta altro che lasciare fiumi e laghi per concentrare gli sforzi nei laghetti sportivi. Questi, da alcune settimane, ospitano le trote iridee, immesse durante le inaugurazioni di settembre e destinate alla pratica della trota lago. In molti di questi laghetti, da nord a sud, è ammessa la pratica della pesca a galleggiante, a tremarella ma, soprattutto, l’impiego di esche metalliche tipiche dello spinning. Ecco che gli amanti della due pezzi e della pesca con le esche artificiali possono tirare un respiro di sollievo! La stagione dello spinning non è ancora terminata: bisognerà cambiare spot, strategie ed esche ma si potrà continuare a pescare le trote anche in acque stagne, a patto di rispettare i regolamenti imposti dai gestori.

Spinning in laghetto: concetti fondamentali

Lo spinning è una tecnica che nasce per la pesca in acque correnti. Il lancio di un minnow, di un cucchiaino rotante e di un ondulante avvengono contro il verso della corrente. Lo si fa risalendo il torrente, pescando in corrente oppure nelle buche, nelle pozze. Il movimento dell’acqua determina un certo comportamento dell’artificiale, che colpisce l’istinto predatorio delle trote e le invita ad attaccare. In laghetto la situazione è totalmente diversa. Non c’è corrente e l’acqua è stagna. Le trote attaccano sicuramente per istinto predatorio ma vanno prima di tutto individuate, poi stuzzicate con apposite esche artificiali. La pesca si svolge, quindi, valutando il “pascolo” dei pesci che, solitamente, si muovono a pelo d’acqua o in superficie nel periodo autunnale, prima di dirgersi sul fondo con il freddo di dicembre, gennaio e febbraio. Successivamente si effettua una pesca dinamica, in movimento, che impone di esplorare il laghetto (ovviamente rispettando la distanza da altri pescatori già presenti). Si testano varie tipologie di esche: affondanti, di superficie, metalliche, in gomma, minnow, ecc. Una volta ottenuta la meglio con qualche abboccata, si recupera il pesce, lo si slama e si ritorna in pesca lasciando la postazione, muovendosi altrove. Questo perchè, diversamente dalla trota lago con le esche naturali, le abitudini delle trote in laghetto non favoriscono la staticità dello spinning. È richiesto, infatti, un effetto sorpresa per ingannare altri pesci.

Attrezzature ed esche per lo spinning in laghetto

La pesca a spinning nei laghetti sportivi richiede l’impiego di una canna monopezzo o in due pezzi, veloce, pratica e capace di lanciare grammature tra i 3 e 15 grammi. Solitamente si tratta di canne tra 1,80 e 2,10 metri, ad azione “fast”, indicate per lo spinning leggero. Abbineremo alla canna un mulinello di taglia 2.000/3.000, con bobina sovradimensionata, per favorire lanci più lunghi col minor sforzo possibile. Il monofilo per la pesca a spinning in laghetto è solitamente compreso tra lo 0,18 e lo 0,22, possibilmente fluorocarbon. Occorre dotarsi inoltre di moschettoni di misura ridotta che collegheranno la lenza con gli artificiali. Non deve mai mancare uno slamatore o delle forbici multiuso, un guadino possibilmente gommato e, ovviamente, una borsa porta esche o un semplice marsupio. Il capitolo delle esche è particolarmente ampio ma per esigenze editoriali cercheremo di essere sintetici. Per una battuta di pesca in laghetto occorrono almeno 4 o 5 cucchiani rotanti, qualche cucchiaino ondulante e 2 o 3 minnow. Ogni artificiale dovrebbe essere diverso dall’altro, sia per i colori, sia per il grado di affondabilità. Tutto l’occorrente è disponibile su Pescaloccasione, come per esempio:

Consigli utili per lo spinning in laghetto

Esistono alcune strategie per la pesca alla trota che possono essere applicate al mondo dei laghetti sportivi. Ve ne sveliamo alcune, nella speranza che costituiscano un utile deterrente per le vostre uscite future. La prima, per esempio, riguarda la partenza. Immediatamente dopo la semina delle trote, innescate una hardbait di profondità e cercate le trote nel sottoriva, perchè probabilmente saranno in “caccia”. Successivamente, dopo aver effettuato qualche cattura (o aver visto i concorrenti catturare trote nel sottoriva), cambiate artificiale e sceglietene uno di superficie. Lanciate verso il centro del laghetto, lasciate affondare l’hardbait e recuperate, lentamente. Le trote si saranno spostate verso il centro, quindi tale strategia sarà volta a ricercarle mentre nuotano liberamente, con minor istinto predatorio. Recuperatele a canna alta, con la frizione del mulinello un po’ aperta, evitando di disturbare altri pesci che potrebbero insospettirsi. Ed ancora, se le “mangiate” dovessero rarefarsi, cambiate colorazione dell’artificiale. All’inizio, quando le trote sono poco smaliziate, colorazioni argentate o dorate sono più che sufficienti. Col pesce che incalza nella sospettosità è buona norma tentare di incuriosire attraverso l’impiego di colorazioni tendenti al verde fluo o al fucsia.

Buon divertimento!