La pesca al tocco in mare è spesso considerata una specialità per agonisti, per cultori di un passato che probabilmente sta per scomparire. Eppure, viste le grandi potenzialità che offre in ambienti come la scogliera o le dighe esterne dei porti, dovrebbe ottenere molta più popolarità. Qualcosa però lo impedisce, nonostante siano passati anni dalla sua introduzione nel panorama della pesca in mare. Quindi, per completezza nelle diverse discipline che trattiamo sul blog di Pescaloccasione, oggi ne parliamo con uno spirito di condivisione: siamo sicuri che potrà generare interesse e, chissà, convincervi a provarla, prima o poi.

Canna teleregolabile per la pesca al tocco

Quanti di noi, trenta o quarant’anni fa, hanno iniziato a pescare in mare con un semplice nottolino di filo, un piombo e una scatola di vermi coreani? Tanti, lo scommettiamo. Erano gli anni ‘80/’90 e si pescava anche senza canna, con la tecnica del “tocco”. Le canne bolognesi di pezzatura corta, tipo le 4 o le 5 metri, sono entrate prepotentemente nel quotidiano di tanti pescatori grazie al continuo sviluppo di materiali leggeri ed affidabili. Di conseguenza, approfittando della rigidità insita nel mandrino, hanno cominciato ad essere impiegate per pesche meno raffinate, senza l’impiego del galleggiante, che imitavano la pesca a fondo. Tuttavia, sempre per via dello sviluppo tecnologico e delle economie di scala, attrezzi come le canne da trota teleregolabili, ad azione rigida, hanno fatto la comparsa nei negozi di pesca in mare, decretando l’inizio della pesca al tocco tra gli agonisti. I garisti hanno subito apprezzato la possibilità di pescare perpendicolare alla superficie dell’acqua, allungando e accorciando la canna, a diverse lunghezze, grazie a dei blocchi in teflon inseriti nel calcio. Alcuni pescatori, fuori dal circuito delle gare, hanno appreso la pesca con le teleregolabili e l’hanno adottata nelle comuni uscite di pesca. Altri, invece, hanno sempre guardato con curiosità le teleregolabili ma non ne hanno ancora comprata una. Dovrebbero farlo, perchè sono canne utilissime e particolarmente versatili.

Dalla buca al lancetto

Quando si pesca dalla scogliera, il pesce può essere ricercato tra gli anfratti oppure a distanza da riva. Una canna teleregolabile riesce ad essere performante per entrambe le esigenze. La pesca al tocco nelle buche si effettua sondando il fondale con dei movimenti sussultori, lasciando che le prede escano dalle tane per curiosare. Solitamente si tratta di ghiozzi, donzelle, tordi, sciarrani, saraghetti e bavose. Specie se richiamati da una pasturazione a base di sfarinati e olio di sarda, tali prede diventano voraci e velocissime nella mangiata. La pesca al tocco a distanza da riva, chiamata nel gergo agonistico “lancetto”, è una tecnica invece che prevede il lancio e la fase successiva di attesa con la punta della canna angolata solitamente più o meno a 45°. I movimenti sono lenti, quasi assenti e si caratterizzano nel lancio, ferrata e recupero delle prede. Possono abboccare cefali, saraghi di taglia maggiore, triglie, donzelle, sciarrani e talvolta anche boghe o aguglie che mangiano in fase di discesa dell’esca. I puristi hanno l’abitudine di sentire le mangiate del pesce tenendo il filo in tensione tra le dita, rilasciando la “bava” un attimo prima della ferrata. Un metodo un po’ retrò, vero?

Montatura universale per la pesca al tocco

Quando si pesca in mare al tocco, bisogna montare nel mulinello un filo più robusto di quanto previsto per la bolognese. Le teleregolabili sono attrezzi rigidi, quindi potenti, e necessitano mulinello di taglia 3000/4000. Uno 0,25 di colore azzurro o dicroico sarà più che sufficiente. Collegheremo poi un trave composto da uno spezzone di 1 metro dello 0,22, due o tre braccioli dello 0,18 (di 15 cm l’uno) armati di ami del 10 a gambo lungo, ed un piombo plastificato da 20/30 grammi massimo. In alternativa al piombo plastificato, può essere preferibile l’uso della “ballerina”, ovvero piombo in gomma anti-incaglio. Innescheremo pezzi di verme coreano, scampi, pezzi di gamberetto, pastella all’aglio o al gambero.

Pasturazione ed ulteriori accorgimenti

Se necessario, pasturate pure lanciando le palle di brumeggio sempre nello stesso punto, per evitare di disperdere la minutaglia in una zona più ampia. Ricordatevi inoltre che la pesca al tocco è una tecnica in velocità ma che può presentare attimi di attesa. In questi frangenti può capitare di avvertire abboccate improvvise: evitate di ferrare violentemente e ricordate che l’apparato boccale delle prede è spesso di dimensioni ridotte, anche piuttosto fragile! Ed infine, se vi è possibile, imparate a rilasciare il “pescetto” praticando del sano catch & release. Le dimensioni delle prede lambiranno spesso la grandezza minima per essere trattenute. In tutta onestà, crediamo che rilasciare ogni pesce sia un gesto sportivo e di gran consapevolezza per il pescatore. Il mare vi ringrazierà e sarete più propensi a continuare con questa disciplina, dalle prede umili ma dal grande valore tecnico.

 

Buon divertimento!