Anche se la pesca sportiva è in continua evoluzione tecnica, talvolta occorre fare un passo indietro e tornare alle origini. Le nuove generazioni sono affascinate dallo spinning, dal carp fishing, dal surf-casting ma spesso dimenticano che la madre di tutte le pesche è una e sola: la canna fissa. Purtroppo, vuoi per moda, vuoi perchè più complessa di altre tecniche per coloro che sono alle prime armi, la canna fissa è stata soppiantata a favore della pesca alla passata con la bolognese, dalla pesca all'inglese e da tante altre specialità. Tuttavia, ogni tanto, è buona norma tornare alle origini, per riscoprire come pescavano i nostri genitori o, chissà, i nostri nonni. Impugnare quindi una canna fissa, magari in canale, spot tipico di tante, tantissime competizioni negli anni '70, prima del generale avvento della roubaisienne.

Amarcord: la canna fissa

Molti hanno imparato a pescare proprio con la canna fissa. Alcuni probabilmente con le “velocette”, ovvero canne fisse dai 2,50 ai 4,50 metri dedicate alla pesca in velocità di alborelle, triotti e vaironi. Altri invece hanno fatto pratica con attrezzi più lunghi, tipo di 6,7 ed 8 metri. Un elemento in comune c'è sicuramente: lenza promordiale, galleggiante, qualche pallino (o styl – per i più tradizionalisti), un terminale ed un amo su cui innescare bigattini o vermetti. Ecco, è proprio così che in centinaia e centinaia hanno avviato la passione per la pesca. Con la canna fissa, una canna antica, che ci riporta indietro nel tempo e dimostra tuttora di essere valida e precisa, nonostante siano passati più di cinquant'anni dall'avvento del mulinello.

L'occorrente per iniziare a pescare in canale

Per pescare in canale con la canna fissa non è richiesta una particolare "dotazione" tecnologica. Una buona canna fissa di 7/8 metri, possibilmente con cima in carbonio riportato, abbastanza leggera e bilanciata. Occorrono inoltre 3/4 galleggianti a forma di goccia, di carota, pera rovesciata con portata da 3 grammi. Un nottolino di filo madre dello 0,12/0,14, dei piombini spaccati, una girella micro, una bobina di 0,12-0,10, ami di piccola misura a gambo corto. Ovviamente non devono mancare uno slamatore, un guadino, una fionda ed esche quali bigattini.

La montatura

Una lenza basilare per la pesca in canale con la canna fissa prevede l'impiego di un galleggiante di 3 grammi, portata più che sufficiente a garantire una buona tenuta in caso di corrente. La lenza madre sarà costituita da uno 0,14 (eventualmente 0,12 in caso di acque limpide) su cui sarà adagiata una corona di pallini in 20/30 centimetri, costituita da 15 pallini della stessa misura indicata in figura. A completamento della lenza vi sarà un terminale di 10 centimetri, legato con un nodo di sangue al resto della montatura. Consigliamo ami del 18/22, su cui innescare un ciuffetto di bigattini.

Divertimento assicurato

Una lenza come quella proposta è la soluzione basilare per la pesca in canale. I vantaggi risiedono nell'essere poliedrica, quindi adatta non solo a scardole, pesci gatto nostrani e cavedani, bensì anche a tinche e piccole (ma divertentissime) carpe. Dopo un'accurata pasturazione prima di entrare in pesca, lanceremo la lenza ed effettueremo una passata seguendo la direzione della corrente. Quando ci troveremo alla fine della passata, manterremo la lenza in trattenuta: sarà proprio in questo istante che il galleggiante avrò un sussulto, affonderà e regalerà tante catture che faranno riscoprire il piacere di una tecnica antica...la canna fissa!